Se soffi vento su ali di carta, le tendi oltre il loro volere. Devi essere fragile e potente, definita e senza confine. Devi sciogliere neve di vecchie fate d’inverno e miele di un bosco senza vita. Prendi fiato. Inizia ad ascoltare. La melodia diviene canto e il canto cessa d’essere bugia. Stenditi lieve e gentile sul mondo increspato d’autunno. Muovi le mani seguendo quel canto e fra tutti, divieni tu stessa poesia. Non li ascoltare, non li stare a sentire, d’ogni spina accesa non smetteranno d’essere rosa e tu, tu non cedere e resta salda alla posa armoniosa di chi aspetta il senso di ogni cosa

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